Il nuovo collezionismo – l’Arte degli Zar
Il primo e sicuramente il più importante collezionista della storia iconografica russa è stato PavelMikhaylovič Tret’jakov. Il suo nome è legato a una delle più importanti collezioni di tutti i tempi e a quello che indiscutibilmente è il museo-simbolo di Mosca, la Galleria Tret’jakov. In essa sono custodite molte antiche icone russe, fra le quali la famosa “Trinità” di Andrej Rublev e, nell’attigua chiesa di San Nicola, l’antichissima Madre di Dio di Vladimir, ma soprattutto, è conservato un patrimonio immenso dedicato ai dipinti dell’arte russa.
Il fenomeno del collezionismo
Artefice di questo vero e proprio ‘fenomeno del collezionismo fu proprio Pavel Mikhaylovic Tret’jakov, il quale si dedicò con passione a raccogliere negli anni, il meglio della produzione artistica del suo paese e grazie alle origini benestanti poté investire nell’arte.
La collezione acquisita insieme ai fratelli era costituita da 1.287 dipinti (comprese le icone), 518 disegni, 9 sculture, 84 opere di artisti stranieri.
Ben presto la Galleria Tret’jakov divenne il primo museo russo aperto al pubblico, nel quale le espressioni artistiche del Paese non erano presentate in maniera confusa e disordinata, ma organizzate e funzionali. Pensare oggi di collezionare tante opere di pregio ed importanti risulta difficile per vari motivi; però ogni epoca ha avuto i suoi mecenati, i suoi appassionati collezionisti. Ed è per questo motivo che Ikon Rus’ sta investendo molte risorse, non soltanto economiche, affinché i collezionisti possano perseguire le stesse finalità e sostenere la famosa galleria d’Arte iconografica che ne porta il nome, contribuendo così alla storia dell’arte.
Essere collezionisti d’arte oggi
Senza il collezionismo non esisterebbe l’arte.
Giovanni Boschetti è fermamente convinto che l’arte, tutta, e in particolar modo l’Arte delle Antiche Icone Russe, può e deve vivere attraverso il collezionismo. Negli angusti spazi dei musei l’arte ‘vegeta’, poiché non può destare le stesse emozioni quando vengono ammirate in un contesto privato.
In un museo, l’arte viene salvaguardata con dovizia e rispetto, ma non provoca, se non raramente, alcuna emozione ai visitatori.
In una collezione, le stesse opere d’arte emozionano, fanno palpitare, godere e assaporare il piacere del possesso, apprezzando nello stesso tempo la genialità dei vari artisti.
In particolare, le Antiche Icone non danno solo emozioni, ma coinvolgono tutti i sensi, provocando: gioia, benessere, serenità, consapevolezza, sorpresa, ammirazione, soggezione, calma e desiderio; e ancora: soddisfazione, eccitazione, estasi e persino beatitudine. Tutto ciò è poca cosa?
L’importanza della pittura di un’Icona
Per definire, in poche parole, l’importanza della pittura delle Icone, si può affermare che, oltre alla bellezza, alla notorietà delle scuole, alla maestria nelle esecuzioni, all’impiego di oro puro e al rispetto rigoroso dei canoni, per secoli e millenni, questa Arte Sacra ha sempre riprodotto con minuziosità e cura dei particolari le figure e le scene del Sacro, senza lasciare all’inventiva del pittore i luoghi, i personaggi con visi e vestiti dell’epoca del dipinto, le scene e le interpretazioni.
Un invito per tutti i collezionisti d’arte a perseguire la strada tracciata da Ikon Rus’ e Giovanni Boschetti, che grazie all’esperienza trentennale, la passione e competenze, è sicuramente una guida certa e sicura nel panorama del collezionismo internazionale.
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