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Investire nelle Antiche Icone Russe – 3

Pubblicato da: Antiche Icone Russe Commenti: 0

Un valore aggiunto. La Bellezza – 1 

L’arte, in ogni sua espressione, nel momento in cui si confronta con i grandi interrogativi dell’esistenza, con i temi fondamentali da cui deriva il senso del vivere, può assumere una valenza religiosa e trasformarsi in un percorso di profonda riflessione interiore e di spiritualità.
Il cristianesimo, fin dalle sue origini, ha ben compreso il valore delle arti e ne ha utilizzato sapientemente i multiformi linguaggi per comunicare il suo immutabile messaggio di salvezza.

L’esperienza del bello, della bellezza autentica, non effimera né superficiale, non è qualcosa di accessorio o di secondario nella ricerca del senso e della felicità, perché tale esperienza non allontana dalla realtà, ma, al contrario, porta a un confronto serrato con il vissuto quotidiano, per liberarlo dall’oscurità e trasfigurarlo, per renderlo luminoso, bello.

Una funzione essenziale della vera bellezza, quella che possiamo definire Bellezza con la B maiuscola, già evidenziata da Platone, consiste infatti nel comunicare all’uomo una salutare “scossa”, che lo fa uscire da se stesso, lo strappa alla rassegnazione, all’accomodamento del quotidiano, lo fa anche soffrire, ma proprio in questo modo lo “risveglia” aprendogli nuovamente il cuore e la mente, mettendogli le ali, sospingendolo verso l’alto.

Afferma Dostoevskij che l’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo. Tutto il segreto è qui, tutta la storia è questa.

La bellezza colpisce, richiamando l’uomo al suo destino ultimo, lo rimette in marcia, lo riempie di nuova speranza, gli dona il coraggio di vivere fino in fondo il dono unico dell’esistenza. La ricerca della bellezza di cui parliamo, evidentemente, non consiste in alcuna fuga nell’irrazionale o nel mero estetismo.

Troppo spesso, la bellezza che viene propagandata è illusoria ed ingannevole, superficiale ed accecante fino allo stordimento ed invece di far uscire gli uomini da se stessi ed aprirli verso orizzonti di pura libertà, sospingendoli verso una libertà di intima spiritualità, li imprigiona in se stessi e li rende ancor più schiavi, privi di speranza e di gioia. Si tratta di una seducente, ma ipocrita bellezza, che ridesta la brama, la volontà di potere, di possesso, di sopraffazione sull’altro e che si trasforma, ben presto, nel suo contrario, assumendo i volti dell’oscenità, della trasgressione o della provocazione fine a se stessa.
L’autentica bellezza, invece, schiude il cuore umano alla nostalgia, al desiderio profondo di conoscere, di amare, di andare verso l’Altro, verso Colui che tutto È. Se accettiamo che la bellezza ci tocchi intimamente, ci ferisca, ci apra gli occhi, allora riscopriamo la gioia della visione, della capacità di cogliere il senso profondo del nostro esistere, il Mistero di cui siamo parte e da cui possiamo attingere la pienezza, la felicità, la passione dell’impegno quotidiano.

Se arte significa “dentro a ogni cosa mostrare Dio” (H. Hesse), e se è altrettanto vero che in tutto quel che suscita in noi il sentimento puro ed autentico del bello, c’è realmente la presenza di Dio, allora l’icona è rivelazione della bellezza divina. C’è quasi una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è il segno. Il bello è la prova sperimentale che l’incarnazione è possibile. L’icona è una finestra che si apre nel mistero di Dio che si è rivelato in suo fliglio Gesù Cristo in maniera unica e definitiva.

Se cerchiamo di conoscere i significati dei colori, il tipo di legno, oppure se l’oro sia reale ed altre simili interrogativi, pensando che la bellezza dell’icona sia soltanto la sua espressione artistica, scollegati da tutto un contesto teologico-spirituale, perdiamo l’occasione di entrare nella vera simbolica dell’icona, nella sua essenzialità, in quella vera unione che una piccola tavola di legno produce nel cuore spirituale di chi la contempla; perdiamo cioè l’occasione di gustare tutta la sua bellezza e, nel gustarla, di entrare attraverso di essa nel concetto stesso di Bellezza.

(continua – 3)

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