Il mercato dell’arte
Da sempre l’arte ha avuto una grande importanza nella storia dell’umanità. Fin dai periodi più antichi, infatti, questa ha rappresentato una testimonianza fondamentale del cambiamento, dell’evoluzione e dello sviluppo della nostra civiltà. L’arte è sempre stata seguita con molta partecipazione da tutte le generazioni, è stata apprezzata ed amata con interesse e passione, è stata custodita e conservata in tutte le parti del mondo.
A partire dalla fine del XIX secolo poi, l’arte ha cominciato ad essere considerata anche sotto un altro aspetto, non solo più come bene pieno di valori storico culturali, ma anche come oggetto di forte rilevanza economica. E’ così che sono iniziati gli investimenti nel campo dell’arte che hanno assunto sempre più rilevanza col trascorrere del tempo fino a divenire, ai giorni nostri, un’attività a cui gli investitori di tutto il mondo prestano una forte attenzione con grandi impieghi di capitali da cui attendono importanti e significativi ritorni. Oggi si sono rotti gli schemi del collezionismo classico ed è cambiato il modo di concepire una collezione passando da una forma tradizionale ad un collezionismo d’avanguardia che pone alla base della scelta delle opere criteri completamente nuovi e particolari.
Il mercato dell’arte ai giorni nostri ha raggiunto un’importanza grandissima con fatturati sempre in aumento, con record battuti ed interesse generale in continua lievitazione ed, in questi ultimi anni, è andato incontro a profondi cambiamenti dovuti soprattutto alla grande globalizzazione, alle ingenti risorse finanziare che vi sono confluite ed al cambiamento strutturale che ha dovuto subire. Il commercio dell’arte oggi non è più circoscritto ad una piccola cerchia di ricchi collezionisti, appassionati ed esperti del settore. I prezzi sempre crescenti, i record di vendita ottenuti dalle opere importanti artisticamente e storicamente , la pubblicità offerta dai media di tutto il mondo, hanno fatto si che le principali comunità finanziarie abbiano cominciato a considerare l’arte come una reale possibile nuova forma d’investimento.
Dal punto di vista storico, possiamo facilmente constatare che l’interesse per l’arte, con la ricerca di opere realizzate da grandi maestri e dalle scuole più accreditate, ha origini antichissime ed è sempre proseguita in tutti i secoli della storia dell’umanità sino ai giorni nostri. In questo momento storico l’oggetto d’arte rappresenta, per gli appassionati, un vero e proprio oggetto di culto, prima da studiare sui libri, poi da ammirare nei musei e nei pochi negozi d’arte ed infine da voler addirittura possedere.
La grande trasformazione che il mercato dell’arte ha subito negli ultimi anni ha portato alla ribalta un grande numero di nuove figure che prima erano poco conosciute, come speculatori, finanziatori, investitori, case d’asta, ecc. che si sono affiancate a quelle tradizionali dei musei e dei collezionisti, facendo moltiplicare il numero degli affari e dei profitti.
Momento fondamentale per ogni investitore è quello del proprio ingresso nel settore in cui vuole investire. L’accesso al mercato dell’arte più utilizzato da collezionisti e investitori è quello del mercato in cui si effettuano i propri acquisti e si realizzano i programmi di investimento. Sono le gallerie, le fiere, le case d’asta i luoghi che frequentano ed a cui si rivolgono.
Nel campo dell’arte il mercato è organizzato in un modo abbastanza complesso. Il concetto tradizionale che concepisce il mercato come regolatore dello scambio di beni, in questo caso artistici, viene superato dal fatto che al suo interno intervengono ed interagiscono vari agenti, ognuno dei quali riveste un ruolo più o meno importante nella formazione del prezzo di un’opera d’arte: il gallerista, il mercante, la casa d’asta, il collezionista, il museo, l’investitore, lo speculatore, il pubblico, le fondazioni e le associazioni culturali – come fa notare Il Tamburini nella sua opera – “L’informazione nei mercati dell’arte” – tutti insieme costituiscono un sistema complesso per cui più che di mercato dell’arte, si potrebbe parlare di “Sistema dell’Arte”.
L’acquisto di un’opera d’arte una volta era appannaggio di pochi iniziati ed il mercato dell’arte un settore di nicchia riservato in esclusiva a ristrette cerchie elitarie di ricchi appassionati. Oggi le cose sono completamente cambiate. L’arte è diventata di moda, tutti la seguono ed il benessere diffuso nella società contemporanea ha portato ad un profondo cambiamento nei rapporti tra arte e pubblico.
Nella società di oggi l’arte non è ristretta nell’ambito dei musei o delle pubbliche esposizioni, oggi si parla d’arte in ogni luogo ed in qualsiasi momento. Le televisioni, i giornali, i canali informatici (internet), non fanno altro che raccontarci dei record milionari delle aste, delle mostre locali e nazionali, dei grandi eventi e di tutto ciò che fa da contorno al mondo dell’arte.
Il pubblico segue appassionato tutto questo insieme di notizie e si interessa direttamente agli eventi diventando esso stesso elemento fondamentale di questo sistema culturale, sociale ed economico, partecipando sempre più in maniera attiva a tutto ciò che riguarda questo fantastico mondo. Il tarlo del collezionismo è ormai entrato dentro di noi e siamo ormai parte di un meccanismo che ci riserverà piaceri ed emozioni, gratificazioni e soddisfazioni, ma anche delusioni. Sebbene sia possibile il verificarsi dell’acquisto una tantum di una singola opera, accade molto più di frequente che al primo acquisto ne segua un secondo e poi un terzo e così via. Chi inizia ad acquistare un’opera d’arte, alla gratificazione estetica iniziale aggiungerà presto il piacere e la soddisfazione della ricerca di un altro oggetto da acquistare, considerando il suo inserimento in un certo ambiente e valutando tanti altri aspetti come l’opportunità, la convenienza, la disponibilità delle sue risorse, le modalità del pagamento, le prospettive di rivalutazione.
Per allestire una collezione che abbia una sua validità, i collezionisti e gli investitori, in primo luogo, si sforzano di separare l’aspetto romantico/emozionale da quello concreto/economico. E’ certamente vero che le collezioni devono rappresentare il gusto del proprietario e che sono la proiezione della sua personalità, ma vi sono delle regole, seguite da tutti, utili a realizzare collezioni che non siano disorganiche e caotiche. Meglio una collezione con un esiguo numero di opere, ciascuna scelta con cura ed attenzione, che una collezione di decine di opere che non sono artisticamente accettate e che non hanno nemmeno la possibilità di essere tutte esposte.
Occorre ricercare gli aspetti artistici, storici ed estetici, riportandoli nell’alveo dell’ottica di investimento e della piacevolezza del possesso.
(continua – 5)