L’Arte delle Sacre Icone, l’unica Vera Arte come la definì Pavel Evdokimov.
Ri-scoperte ne XX secolo, una volta ripulite dagli strati pittorici delle precedenti epoche, le Icone Russe riportarono alla luce la loro essenza e bellezza , diventando delle vere e proprie opere d’arte, permettendo di studiarle scientificamente.
Uno dei primi artisti che apprezzarono la bellezza delle Icone russe fu Matisse che, nel 1911, si recò in Russia e si rese conto subito, avvicinandosi, del magnetismo che emanavano. La pittura delle Icone, un esempio d’arte simbolica, nei cui codici figurativi appare il processo di spazio e forme, che precorre l’astrazione.
A Mosca ebbe modo di apprezzare diverse collezioni di Icone, diventandone immediatamente un appassionato ammiratore. Rimase particolarmente colpito dalle antiche Icone di Novgorod, delle quali disse: «Questa è l’autentica arte popolare, da cui traspaiono le ricerche artistiche originarie. L’artista contemporaneo deve prendere l’ispirazione da questi primitivi…». Matisse non intuì l’essenza di quest’arte, ma ne comprese il pregio pittorico.
Un arte sempre più apprezzata dai pittori di quelle epoche
In seguito, soprattutto dopo le mostre del 1913, 1927 e 1967, l’Icona russa cominciò a destare un’attenzione sempre più accentuata. Tra i pittori che vi attingevano spunti creativi, vanno ricordati, fra i più importanti: Natalija Gončarova, Marc Chagall, Petrov-Vodkin, Vladimir Tatlin, Vasilij Kandinskij.
L’Icona affascinava per le sue originali soluzioni coloristiche e compositive, per le sue immagini profondamente ispirate, per la sua concezione di vita semplice e patriarcale.
“I nostri antichi antenati – scrive Trubeckoj – non erano filosofi, ma veggenti che esprimevano le proprie idee non con le parole, ma nei colori. Gli iconografi della antica Russia, con meravigliosa chiarezza e forza, incarnarono nelle forme e nei colori ciò che riempiva il loro animo: la visione di una diversa verità vitale e di una diversa concezione del mondo. Cercando di esprimere a parole l’essenza della loro risposta, nessuna è in grado di rendere adeguatamente la bellezza e la potenza di questo incomparabile linguaggio di simboli religiosi.”
A ciò si deve aggiungere il fatto che l’Arte Sacra delle Antiche Icone Russe, in ordine cronologico, è stato l’ultimo ramo dell’Arte Bizantina che, per eccellenza, era l’Arte della Bellezza Divina.
Qui di seguito la testimonianza di colui che fu chiamato da Lenin a riscrivere la storia dell’arte russa:
Igor Grabar (Accademico e pittore del popolo dell’URSS). fu un ottimo pittore e uno studioso dell’arte delle Antiche Icone Russe.
*₁“L’Icona russa è una delle più grandi manifestazioni d’arte mondiale.”
La forza di grandi tradizioni artistiche, caratterizzata da una eccezionale stabilità e, nello stesso tempo, da un’esauribile capacità creatrice, ha dato vita ad un’arte profondamente nazionale, che raggiunge la perfezione nel suo genere.
Fino al XVIII secolo e cioè per ben 800 anni, quest’arte ha conservato tutta la sua energia interiore e la sua vitalità; essa rappresenta un fenomeno unico nella storia della pittura.
Costretti a scegliere i loro soggetti in un campo limitato, anche se assai vasto, i pittori di Icone russe hanno dovuto concentrare tutto il loro talento, tutte le loro forze, nell’espressione artistica delle loro opere ed hanno conseguito l’eccellenza in questo campo.
Il costante sviluppo delle forme tradizionali e la continuità della creazione artistica hanno determinato una particolare stabilità ed una grande ricchezza espressiva nelle scuole cui dobbiamo le Icone russe. Esse ci hanno così lasciato preziose opere di una bellezza penetrata di profondo significato. Il contenuto delle Icone è ben lungi dall’essere ristretto al loro valore religioso ed alle loro frontiere tematiche immediate. […]
La pittura di Icone della Russia ha dato le sue più alte realizzazioni nelle geniali opere di Andreij Rublev, in particolare la sua celebre Trinità, in cui il profondo significato interiore si unisce al ritmo della linea ed all’armonia dei colori. Le opere di questo semplice monaco venuto dal popolo non furono però una fiammata, splendida, ma fugace, nelle tenebre del medioevo: il brillante slancio di Rublev era stata preparato dal lavoro di generazioni di maestri pieni di talento e rimasti sconosciuti. Narra la tradizione che Rublev consacrava tutto il suo tempo libero a contemplare, con appassionata attenzione, le opere dei suoi precedessori e dei suoi confratelli. A loro volta, nel corso dei secoli, i capolavori di Rublev hanno ispirato i pittori russi; nel XVI secolo, l’opera di un maestro dell’importa di Dionisij ha subito la loro influenza.
Liberata, dopo la grande Rivoluzione Socialista di Ottobre, dalla sua utilizzazione esclusivamente liturgica, riunita in musei, rimessa in luce da un perseverante lavori di restauro, fatta oggetto di studi profondi da parte di specialisti, la pittura delle Icone dell’Antica Russia è apparsa come una sorgente viva ed inesauribile. Questa pittura ha cessato di essere considerata come un’arte medievale ed oscura.
La mia generazione ha avuto la fortuna di scoprire per la prima volta l’Icona russa, sotto gli strati di vernice e le iscrizioni posteriori che la oscuravano e di far conoscere al mondo un’arte brillante che ci colpisce e ci incanta per la squisita armonia dei suoi colori, per il ritmo è la sicurezza delle sue linee, per il carattere profondamente ispirato delle sue immagini.
Uscendo dallo stretto campo della religione, cessando di essere strumento di dominio delle coscienze, le Icone sono divenute, per la prima volta, oggetto di una libera ammirazione estetica e risplendono di una bellezza sconosciuta finora.
Osservando con soddisfazione l’interesse crescente per l’Icona russa, noi ci auguriamo che la pubblicazione dei capolavori di questa Arte nelle Collezioni Unesco dell’Arte Mondiale, contribuirà alla consacrazione della pittura dell’Antica Russia, come parte integrante del tesoro costituito dall’eredità dell’umanità intera”
(*₁ prefazione alla pubblicazione – URSS Antiche Icone Russe. Mostra di New York 1954)
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