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Iconografia

Tra terra e paradiso: la mano di Dio

Dipingere le Icone russe antiche, non può essere lasciata all’arbitrio di qualunque artista come è avvenuto in Occidente, ma è affidata a maestri pittori iconografi, che si sono specializzati nella tecnica, esattamente come è stata prescritta e sviluppata in lunghi anni di apprendistato.

Inoltre, il pittore è autorizzato e abilitato, solo in seguito a un tirocinio religioso che può condurre a vivere in un ambiente monastico.

I primi anonimi pittori di Icone religiose russe sono dei monaci e, a volte, sacerdoti di piccoli villaggi di campagna. In tutta la storia dell’Icona, il principio che la mano siaguidata” direttamente dal mondo spirituale è predominante.

Nulla è premesso all’iniziativa personale, se non l’apporto delle doti interpretative e artistiche del singolo esecutore, che sono tuttavia da lui offerte a Dio, in umile devozione, per ottenere la migliore riuscita del compito religioso. È facile comprendere, perché la maggior parte delle icone siano dipinte da monaci. Per purificarsi e diventare degni della nobile missione, i monaci devono trascorrere almeno un mese intero in meditazione, preghiera e digiuno prima di dipingere.

Il pittore di Icone sacre non inventa mai nuovi soggetti, ma si riferisce sempre a dei prototipi approvati dai Padri della Chiesa. Queste regole, alle quali è vincolato, sono descritte in libri particolari chiamati Libri degli Esempi (in russo Podlinik). In questi volumi, ogni giorno dell’anno, i Santi e le Feste liturgiche sono descritte con schizzi con indicate le giuste iscrizioni e una guida per la scelta dei colori delle vesti e le tinte da usare per i fondi. Un famoso Podlinik descrittivo si trova sul monte Athos, un classico esempio di un volume illustrato sulla pittura è il Podlinik degli Stroganov.

I prototipi da cui si attingono gli schemi compositivi sono delle icone cariche di spiritualità, Icone detteprodigiose”, particolarmente “potenti” per la loro capacità di illuminare l’anima; si può dire che ad ogni Icona miracolosa sia collegata una “leggenda” che ne stabilisce il valore spirituale.

L’artista è considerato un “medium” fra il paradiso e la terra: egli è solo la mano che dipinge.

La meta dell’iconografo è quella di essere sempre consapevole che “la pittura è un’arte divina data a noi da Dio”; questo non vuole significare che il pittore debba essere un santo, ma nella sua interiore forma materiale, deve sublimare questa “Sacra Missione”.

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