Classificazione: Icona da collezione
Russia: Scuola di Mosca
Periodo: Inizio XIX secolo – fondo oro
Dimensione: Tondo cm 22
Descrizione:
Dopo il tradimento di Giuda Gesù fu preso nel giardino dei Getsemani e quindi condotto in un cortile, nel pretorio.
I soldati si divertirono a umiliarlo rivestendolo di un mantello purpureo (clamide) e facendogli impugnare una canna nella mano destra per ridicolizzare la rivendicazione della sua regalità, la canna era stata utilizzata, in segno di scherno, al posto dello scettro e si presero gioco del condannato inscenando la beffarda adorazione di un re, che salutarono con una formula derisoria.
Gli scherni e le sofferenze perpetrati a Gesù dai soldati non sono però stati tramandati da Luca che s’interessa piuttosto alle derisioni riservate a Cristo dagli uomini di Erode Antipa.
«… e i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo».
È questa una delle frasi più celebri che riecheggia nelle chiese e nelle cattedrali di mezzo mondo durante le austere letture delle liturgie quaresimali della Passione di Cristo.
Posta una corona di spine sul suo capo, egli viene schernito e proclamato Re dei Giudei. Tuttavia, non si trattò di una semplice corona o di un serto di spine, come verrà raffigurato dagli artisti nelle opere pittoriche, ma di un vero e proprio casco spinoso.
Il macabro strumento, imposto sul capo di Gesù, avrebbe dovuto riprodurre la forma della mitria orientale, il copricapo regale dei regnanti giudei, come riportato su alcune monete che raffigurano, in bassorilievo, le effigi dei monarchi della Giudea romana.
La corona di spine era più un caschetto, all’epoca chiamato pileus, che nell’antica Roma era formato da feltro e si indossava quando si lavorava.
E’ stato calcolato in 200 il numero dei soldati che avrebbero preso parte a questa scena,arrivavano davanti a Gesù, si inginocchiavano e lo salutavano come il Re dei Giudei, poi lo schiaffeggiavano e molto probabilmente ognuno di essi prendeva la canna in mano a Gesù e gliela picchiava in testa.
La corona di spine fu lasciata sul capo di Gesù fino alla sua crocifissione, sicuramente anche dopo, dato fornito dallo studio della sacra sindone che indica, soprattutto nella parte sinistra, rivoli di sangue.
La Corona di Spine, unitamente alle altre Reliquie della Passione di Cristo, sarà portata alla luce da Elena, la madre dell’Imperatore Costantino, intorno al 326 d.C., allorquando, recatasi pellegrina in Terra Santa, comandò di rintracciare i principali luoghi evangelici della vita di Gesù, tra cui il sepolcro e il Golgota.
Ed è proprio nel pressi del Calvario che l’Augusta imperatrice scoprirà la fossa in cui erano stati sepolti gli strumenti della Passione del Maestro galileo, oggi inglobata nella Cappella detta di Sant’Elena, all’interno della monumentale basilica gerosolimitana del Santo Sepolcro.
Con il termine Sacra Spina si intende ogni frammento ligneo venerato come reliquia perché ritenuto parte della cosiddetta corona di spine che secondo la tradizione evangelica è stata portata da Gesù.
Elena avrebbe portato a Roma una parte della croce, un chiodo, una spina della corona e un frammento dell’iscrizione che Pilato aveva fatto affiggere alla croce.
A Gerusalemme restarono altre reliquie, tra le quali l’intera corona di spine.
Verso il 1063 la corona fu portata a Costantinopoli e là rimase certamente fino al 1237, quando l’imperatore latino Baldovino II la consegnò ad alcuni mercanti veneziani, ottenendo un considerevole prestito (una fonte parla di 13.134 monete d’oro).
Alla scadenza del prestito, il re Luigi IX di Francia, sollecitato da Baldovino II, acquistò la Corona e la portò a Parigi, ospitandola nel proprio palazzo finché non fu terminata la Sainte-Chapelle, inaugurata solennemente nel 1248.
Il tesoro della Sainte Chapelle fu in gran parte distrutto durante la Rivoluzione francese, cosicché oggi la Corona è priva di quasi tutte le spine.
Tuttavia, durante il viaggio verso Parigi, erano state tolte numerose spine per essere donate a chiese e santuari per ragioni meritorie particolari; altre spine furono donate dai successivi sovrani francesi a principi ed ecclesiastici come segno d’amicizia.
Per tali motivi, numerosissime località francesi, ma soprattutto italiane, oggi si vantano di possedere una o più Sacre Spine della corona di Cristo.
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Anche se la fonte del disegno è tradizionale è probabilmente proviene dagli album di prorisy (disegni iconografici preliminari) dei Vecchi Credenti, l’equilibrata composizione in classico stile russo, suggerisce di attribuire il lavoro ad un maestro iconografo degli ambienti che, oltre alla tradizione dei raskolniki, seguivano anche quello che succedeva nelle botteghe per argenteria e gioielli o nei salotti accademici.
Ottima tavola di raffinata scrittura con presenza di lumeggiature e particolari dorati, che rendono particolarmente preziosa l’immagine.
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