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SAN GIORGIO E SAN METODIO

Pubblicato da: Antiche Icone Russe Commenti: 0

Classificazione: Icona da investimento Antiche Icone Russe, Icone Russe Antiche, Antiche Icone, Icone Russe

Russia: Scuola di Palech

Periodo: Inizio XIX secolo 

Dimensione: cm 35 x 29

Descrizione:

Fin dalla sua concezione, dai genitori Geronzio e Policronia, Giorgio è predestinato a grandi cose.

Arruolatosi giovane dimostra fin da subito intelligenza, forza e coraggio, entrando nel novero dei favoriti dell’imperatore Daciano.

Questi un giorno convoca settantadue re per decidere le misure da adottare contro i cristiani, allora l’ufficiale delle milizie Giorgio di Cappadocia distribuisce i suoi averi ai poveri e, davanti alla corte, si professa cristiano.

Inizia il suo martirio secondo la tradizione avviene a Nicodemia attorno all’anno 303.

Giorgio donò ai poveri tutti i suoi averi e, davanti alla corte, si confessò cristiano; all’invito dell’imperatore di sacrificare agli dei, si rifiutò: secondo la leggenda, venne battuto, sospeso, lacerato e gettato in carcere, dove ebbe una visione di Dio che gli predisse sei anni di tormenti, tre volte la morte e tre la resurrezione.

Tagliato in due con una ruota piena di chiodi e spade, Giorgio resuscitò, operando la conversione del magister militum Anatolio con tutti i suoi soldati, che vennero uccisi a fil di spada; entrò in un tempio pagano e con un soffio abbatté gli idoli di pietra; convertì l’imperatrice Alessandra, che venne martirizzata.

Alla richiesta del re Tranquillino, Giorgio risuscitò due persone morte da ben quattrocentosessant’anni, le battezzò e le fece sparire.

San Metodio:

Cirillo e Metodio, fratelli nel sangue e nella fede, nati a Tessalonica (attuale Salonicco, Grecia) all’inizio del IX secolo, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia. Crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori della parola di Dio e dei Sacramenti.

Per questa missione apostolica sostennero prove e sofferenze di ogni genere.

Papa Adriano II accreditò la loro opera, confermando la lingua slava per il servizio liturgico. Metodio, consacrato vescovo di Sirmio (Jugoslavia) e nominato legato presso gli Slavi, morì a Velehrad (Cecoslovacchia) il 6 aprile 885.

Giovanni Paolo II con la lettera apostolica “Egregiae virtutis” del 31 dicembre 1980 li ha proclamati, insieme a San Benedetto abate, patroni d’Europa.

I due fratelli, mandati in Moravia dal vescovo di Costantinopoli Fozio, predicarono la fede cristiana, creando un alfabeto per tradurre i libri sacri dal greco in lingua slava.

Venuti a Roma, Cirillo, il cui nome prima era Costantino, colpito da malattia, si fece monaco e in questo giorno si addormentò nel Signore.

Metodio, invece, ordinato da papa Adriano II vescovo di Srijem, nell’odierna Croazia, evangelizzò la Pannonia senza lesinare fatiche, dovendo sopportare molti dissidi rivolti contro di lui, ma venendo sempre sostenuto dai Romani Pontefici; a Staré Mešto in Moravia, il 6 aprile, ricevette il compenso delle sue fatiche.

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Icona molto rara e di pregevole fattura, ricercata nella composizione e nella meticolosa scrittura dei personaggi raffigurati, tipici della Scuola iconografica di riferimento.

San Giorgio a cavallo del suo destriero bianco trafigge il drago, l’animale antropomorfo fuoriesce dal lago presente nella parte inferiore dell’icona.

La principessa Elisaba che si trova all’ingresso delle porta che conduce alla città, con entrambe le mani tiene la corda legata attorno al collo del drago.

Assistono alla scena i genitori della principessa, presenti sulle mura della città.

San Metodio in abito vescovile indossa una tunica blu che si intravvede sotto il mantello rosso decorato e l’omophorion, ovvero la stola ricamata con croci che ricade sul davanti, la mano destra benedicente alla maniera slava, mentre nella sinistra tiene stretto il Vangelo.

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